Per poter parlare di Primavera ho aspettato che potesse nascere non solo intorno a me, ma anche dentro di me.
Si attende con gioia la Primavera dopo il lungo Inverno, ma non sempre il suo arrivo coincide con vero entusiasmo dentro di noi perché, ammettiamolo, la Primavera non è per nulla facile e ciò che ci chiede non è per nulla banale.
Ma andiamo per ordine. Quest’anno la primavera è iniziata il 20 marzo, per la precisione alle 10,37, momento preciso in cui i raggi del sole hanno raggiunto l’asse di rotazione della Terra perpendicolarmente, in quel momento il Sole è stato allo Zenit, all'equatore e per questo in tutto il mondo il giorno e la notte, ovvero il periodo di luce e quello di buio, hanno avuto circa la stessa durata (nell’emisfero australe questo momento ha coinciso con l'equinozio d’Autunno). Equinozio, in latino, significa, infatti, notte uguale.
L'Equinozio di Primavera è sempre stato celebrato in diverse culture, portando con sé gli stessi elementi simbolici racchiusi nell’uovo matrice di vita, simbolo universale di fecondità, di vita eterna e di resurrezione. Troviamo l’uovo cosmogonico in tantissime tradizione, ad esempio nei miti della Grande Madre, nei Veda, nel mito Pangu della religione taoista cinese, nel Buddismo Zen, tra i Celti, nell’antico Egitto, tra i Bambara (l'etnia principale del Mali), tra i Fenici, nell’antica Grecia e, naturalmente, nella religione Cattolica.
Ciò che la Primavera invita in noi è lasciar avvenire la trasformazione: il bruco diviene farfalla, il bulbo fiore, l'oscurità luce, l'uovo vita.
C'è una cosa, però, fondamentale da non trascurare: il bruco non sa che cosa diventerà trasformandosi, men che meno il bulbo. Ciò comporta che nell'atto di trasformazione ci debbano essere Fede e Fiducia per affidarsi all'impulso trasformativo senza saper bene "che ne sarà dopo di me". Inoltre, non esiste trasformazione, né rinascita, priva di dolore, fatica e sforzo.
Tutti apprezziamo i colori delle ali delle farfalle o i profumi e le sfumature dei fiori, ma nessuno mai si complimenta con loro per aver avuto il coraggio e la fede per uscire dalla crisalide e dal bulbo e venire al mondo per mostrarsi con tutta la loro divina bellezza.
La Primavera in cambio di ospitare tutta la nostra divinità intrisa di rinascita ci chiede un grande atto di fede. In primis, fede in noi stessi, nelle nostre capacità e fiducia in quel intuito dentro di noi che ci invita a mutare, cambiare, evolvere.
Pensando agli Arcani Maggiori, questa fase primaverile mi ricorda il Mago, un giovane attraente, con davanti a sé tutti gli elementi e i materiali per poter creare l'alchimia, la trasformazione, circondato da fiori e vegetazione lussureggiante a completare l’immagine. Il Mago, o Bagatto, Artigiano, Giocoliere, è la prima carta del mazzo, l’inizio del viaggio di consapevolezza e di ri-nascita. Il tavolo davanti a lui offre i 4 strumenti dell'Arte Magica: una Spada, un Bastone, una Coppa e un Pentacolo, in altre versioni dei dadi e strumenti da lavoro. Alle sue spalle, una luce dorata illumina la scena. Questo giovane ci invita ad usare gli strumenti che abbiamo a disposizione, con intelligenza e creatività, a favore del nostro percorso evolutivo. Inoltre, con la sua bacchetta magica in mano, canalizzatrice dell’energia cosmica, questo arcano ci invita a riflettere sul ruolo della magia nella nostra vita: ognuno di noi ha un potenziale magico infinito, ma non tutti ne sono consapevoli.
Nel vangelo apocrifo di Filippo (testo di origine gnostica, scritto in copto nella seconda metà del II secolo) si legge: “Coloro che dicono che il Signore prima è morto e poi è risuscitato, si sbagliano, perché egli prima è risuscitato e poi è morto. Se uno non consegue prima la resurrezione non morirà, perché “come è vero che Dio vive” egli sarà già morto.”. L’importanza di questa frase risiede nel ricordare ad ognuno di noi che la salvezza non arriverà dopo la morte, ma possiamo impegnarci nel conseguirla in vita, a quel punto sì, potremo morire in pace e, metaforicamente, resuscitare.
Il ritiro, il silenzio, la lentezza dell’Inverno possono essere ancora dentro di noi, magari anche con qualche paura, qualche timore, qualche fantasma: per iniziare la rinascita si può partire anche da piccoli gesti concreti nella nostra quotidianità, come ad esempio cercare di stare un poco di più all’aria aperta e al sole (magari anche solo affacciati alla finestra se non ci è possibile uscire), diminuire i cibi processati e difficili da digerire a favore di frutta e verdura di stagione in abbondanza, se ci sentiamo parecchio affaticati, con fatica a dormire e sbalzi d’umore eccessivi non dobbiamo aver timore a chiedere al nostro medico un aiuto: lui più di chiunque altro saprà dirci se sarà indicato un aiuto farmacologico o naturale.
Aiutato il tuo corpo, aiutiamo ora la mente e lo spirito nel processo di evoluzione. Per prima cosa ricordiamoci che per iniziare la trasformazione possiamo partire dal cambiare il nostro sguardo sul mondo, osservare da un altro punto di vista e lasciarci sorprendere. Ma tutto ciò implica sapere realmente chi siamo (bruco, bulbo, seme, giraffa, nuvola…senza giudizio!), cosa desideriamo nel nostro cuore e cosa sogniamo ardentemente.
Si pratica la verità, si dice la verità e si è sinceri in primo luogo con se stessi: tutto quello che pronunciamo diventerà vero. Inoltre, le azioni intraprese sono frutto delle decisioni e di conseguenza impareremo la lezione connessa a ciò che faremo e diremo. Il lavoro da fare è quello di accettare la verità che guida le nostre azioni.
Praticando la verità e la bellezza, allora, possiamo domandarci:
L’invito è di rispondere a queste domande con umiltà e purezza di intenti, ricordandoci quanto sia importante assumere nuove responsabilità per sviluppare l’autodeterminazione, ossia la capacità di rispondere a tutti gli aspetti della nostra vita e a tutti i nostri talenti, accettando la verità che vi troviamo al loro interno. Quando ci autodeterminiamo accettiamo la verità di ciò che ci da gioia e non restiamo confusi o influenzati dalle aspettative altrui. Così facendo possiamo finalmente rispondere al desiderio del nostro cuore e trovare la autentica, unica, intima felicità: sbocciare e rinascere nella nostra vera natura!
Potremo, quindi, espandere la nostra Essenza Spirituale guardandoci con occhio distaccato, focalizzandoci su ciò che è forte e giusto, elogiando e premiando le nostre azioni per sviluppare i nostri reali talenti.
Oggi, 28 marzo, sarà la prima luna piena di questa Primavera: approfittiamone, quindi, per praticare insieme alla luna e con lei lavorare alla nostra verità, coi nostri intenti e desideri puri e sinceri.
Il cammino non è mai facile, ma i doni che lascia lungo la via sono meravigliosi.